La libertà è un ponte

Un ponte veneziano che escludiamo dal computo dei ponti da cartolina ma che forse ora è più importante di Rialto. Difficile dire se la libertà la troviamo fuggendo da Venezia o arrivandovi ma è certo che nessuno vive questo luogo come meta di un pellegrinaggio. Gli spunti di riflessione non mancano: cartelli ferroviari che diventano istallazioni, il profumo insalubre dei carburanti, i resti di civiltà che parlano di un transito forsennato di migliaia di esseri umani tutti diversi tra loro. Tutto questo basterebbe per iniziare una discussione sull'importanza umana più che urbanistica di quest'opera. L'occhio si stacca spesso e migra sulla Laguna e si confonde nei suoi spazi ma Marghera con la sua erre britannica e la sua chimica distratta rimane sullo sfondo a testimoniare che tutto è vita. Trovo molto bella l'idea che esistano luoghi di questo genere e li ritengo spazi di cui riappropriarsi. Mi piace l'idea che questo ponte possa, con le sue campate, ribellarsi al suo ruolo per raccontarci una storia diversa ma il chiasso di queste macchine, il fischio dei treni, gli aerei e le barche non aiutano in questo esercizio di fantasia meno male che un buco di una serratura ci mette a disposizione un altare di una vecchia chiesa facendo da ponte al desiderio di conoscere che, in questo caso, è anche un po voyeuristico. Un ponte da costruire anche dentro di noi per sentirci meno incompleti attraverso la conoscenza e fuori da ogni iconografia.

1 commento:

Girovagate ha detto...

Ciao Rocco,
ti ho aggiunto ai miei blog amici!

Sarò banale ma mi sarebbe piaciuto vedere alcune foto di Venezia in questi giorni di festa con l'acqua alta... mi immagino quanti disagi ci siano per i residenti, ma il fascino della città è unico